MARVELIT

PRESENTA

Di

 

Carmelo Mobilia & Igor Della Libera

 

IL TRONO DI TITANO (III parte)

 

# 30

 

 

Una volta nel museo Elysius aprì con facilità l'entrata sotterranea e superò la soglia per prima.

She Hulk era dubbiosa.

<Chi o cosa sta facendo la spia per Mentore? Ci sto capendo sempre meno di quello che accade su questo pianeta!>

<Aria non ha corpo, è immateriale e sta occupando quello di Starfox. Mentore pensa di avere in pugno suo figlio perché controllato dall'aliena, in realtà Starfox è cosciente e può continuare ad aiutare la resistenza. E' stato lui a contattare i Nova Corps e a fare in modo che riuscissimo ad inviarne uno da voi sulla terra per chiedervi aiuto>

Il gruppo entrò in quello che era a tutti gli effetti un ascensore. Subito iniziò una discesa verso le viscere nascoste di Titano.

<Anche tu sei un'eterna... cosa è successo a Mentore? Cosa l'ha cambiato a tal punto da mettere a morte chi non la pensa come lui, a circondarsi di streghe assassine come Deathbird... e qual è il suo piano?>

<L'ultima volta che Aria - Starfox ci ha contattato mi ha comunicato che era ormai sicura che anche Mentore non fosse totalmente in se. E' molto probabile che sia una pedina come tutti gli altri. Non sappiamo il chi ma abbiamo dei fondati sospetti sul come>

Hepzibah spiegò.

<In qualche modo sono riusciti ad hackerare il computer ISAAC. Non è una semplice macchina ma è collegato alle menti di tutti gli abitanti di Titano. Temiamo che sia stato corrotto in modo tale da influenzare direttamente i cittadini, Mentore compreso, facendoli ubbidire agli ordini del burattinaio nell'ombra>

Elysius concluse.

<Questo passaggio conduce direttamente alla sala di controllo di ISAAC. Se riusciamo ad invertire il processo avremmo di nuovo la gente dalla nostra parte. Abbiamo sopportato per troppo tempo la vista di Mentore ridotto in quello stato, adesso con voi Vendicatori al nostro fianco è venuto il momento di reclamare Titano, di riportare la libertà>

Tigra osservò la donna che era molto alta. La sua pelle luccicava alla luce dell'ascensore. Indossava una tuta verde. Fuori scorrevano pareti di roccia inaccessibile e guardando in basso c'era solo l'abisso che sembrava eterno.

<Sembri conoscere i Vendicatori e quello che rappresentiamo, sembri avere molta fiducia in noi.>

<Mi sono fidata del giudizio di Starfox e poi mio marito è stato aiutato dai vostri compagni in una delle battaglie più importanti della sua vita.>

Nova era riuscito finalmente ad accedere ai dati sulla comandante della resistenza. Non c'erano molte informazioni. Una però lo colpì.

<Tu sei stata la moglie di Capitan Marvel> disse e nell'ascensore calò un reverente silenzio.

 

Nell’arena, intanto....

 

<BILL! Sono io, Eric! Non mi riconosci?> ma le parole di Thunderstrike se le portò via il vento; il suo vecchio amico Beta Ray Bill non aveva la minima intenzione di stare ad ascoltarlo; cercava ripetutamente di colpirlo col suo possente martello Stormbreaker, eseguendo l’ordine impartitogli da Mentore.

<E’ inutile Masterson; devono essere stati ipnotizzati o qualcosa del genere!> esclamò USAgent, a pochi metri distanza, impegnato a tenere lontano da lui gli affilati artigli della sua ex compagna di squadra nota col nome di Deathcry . Sebbene fosse un aliena Shi’Ar, una razza che discende dai volatili, il suo stile di combattimento era piuttosto ferino e si batteva come una tigre feroce; fortunatamente, neppure lei poteva intaccare lo scudo indistruttibile di Agent.

<Dobbiamo trovare un modo di stenderli senza ferirli> notò ancora il supersoldato.

<Già. Qualche idea?> chiese il tonante, mentre evitava l’ennesimo fendente di Bill.

<No ma credo che il padre di Starfox abbia le risposte che cerchiamo. Dovremmo ... ARGH!>

La distrazione fu fatale e le unghie di Deathcry gli si impiantarono nelle spalla. Per risposta, furioso, Walker la colpì col bordo del suo scudo, allontanandola da sé per qualche secondo.

<Non possiamo restare passivi!> osservò Thunderstrike <Non voglio farti del male, Bill, ma non voglio neppure venire ucciso da te... mi dispiace amico…> e così dicendo, con un gancio destro colpì l’alieno.

Entrambe le coppie di lottatori erano esauste e portavano sui loro corpi i segni dello scontro, che andava avanti da quasi mezz’ora.

Beta Ray Bill decise allora di cambiare tipo di attacco e alzando al cielo il suo martello richiamò un fulmine e con esso cercare di colpire Thunderstrike, ma usando la sua mazza incantata Eric assorbì la folgore, rimanendone immune.

La folla radunata sulle tribune dell’arena era entusiasta per quella combattimento così equilibrato. Mentore si sfregava le mani nel vedere l’abilità con cui i contendenti riuscivano a tenere testa a due dei suoi campioni; non appena ISAAC avrà fatto loro il lavaggio del cervello, pensò, Titano avrà altri due potenti guerrieri nelle fila del proprio esercito.

 

***

 

Calabrone aveva un piano e questo dipendeva dalla sua capacità di arrivare senza essere individuato nel centro di controllo di Titano dove avrebbe trovato la coscienza di silicio e le sinapsi elettroniche del computer noto come ISAAC. Il fatto di potersi rimpicciolire fino ad assumere le dimensioni di un insetto era un vantaggio notevole. La sua esperienza come Vendicatore l'aveva portato in galassie lontane e sapeva che per quanto un mondo fosse alieno e la sua tecnologia distante anni luce da quella terrestre, c'erano sempre alcune costanti ed una di queste era l'impianto di ventilazione.

Muoversi in quei condotti era assai facile e, mentre lo faceva vedeva il suo riflesso giallo nero nelle lucide pareti di metallo e, attraverso le griglie in basso, osservava i movimenti delle guardie che avevano il compito di proteggere ISAAC. Anche i sensi allenati e devianti degli Annichilitori non erano in grado di distinguere il ronzio prodotto dal Calabrone da quello delle vespe colorate di Titano. Sbucò senza essere individuato nella grande sala circolare. Quello che troneggiava nel mezzo poteva essere definito solo come un enorme cervello sintetico. Calabrone non poteva saperlo, ma la forma dell'intelligenza artificiale riproduceva fedelmente la morfologia della luna di Titano. Non era solo un motivo simbolico, quella che Calabrone stava vedendo era solo la punta dell'iceberg della mente di ISAAC che in realtà affondava le sue radici e i suoi chip dentro la stessa terra di Titano fino a raggiungerne il nucleo ed era il cuore caldo di questo ad alimentare l'energia che dava la vita alla macchina.

<Il mio campo è la biologia. Scott Lang sarebbe più a suo agio di me con l'hackeraggio di questo enorme hard disk senziente, ma visto che non è possibile avere un suo consulto telefonico, dovrò fare da solo... d’altronde, non sarà troppo differente da quel giretto che mi sono fatto dentro la Visione alcuni anni fa... [1]>

Come ogni computer anche ISAAC per mantenersi sempre operativo aveva un sistema di raffreddamento. Calabrone si inserì tra le enorme pale di quello che altro non era se l'equivalente in termini titaniani delle ventole di un normale PC.

<<INTRUSO! INTRUSO nella sezione bios esterno.>>

ISAAC era in parte macchina e in parte organico e come ogni corpo aveva i suoi sistemi di difesa. Questi erano assai sofisticati.

Un anti virus fatto di nano particelle liquide che quando entravano in contatto con l'infezione assumevano la forma migliore per contrastarla. Fu così che Calabrone cercando di ignorare l'allarme ora simile ad un ululato impazzito, si trovò difronte alla sua nemesi o meglio a quello che era il suo nemico principale: se stesso. Pensava di essere venuto a patti con i vari aspetti della sua personalità ma se le nano particelle replicanti si erano modellate come un giovane e spregiudicato Ant Man allora forse qualche questione per Pym rimaneva irrisolta. Non c'era modo migliore per confrontarsi con le ombre della propria mente se non quella di usarle come bersagli per le scariche del suo pungiglione.

 

***

 

Il combattimento proseguiva. I due tonanti si guardavano negli occhi. Il loro potere li rendeva avversari di pari valore. Lo scontro avrebbe potuto prolungarsi per ore.

Beta Ray Bill allora ruotò il suo martello e qualche istante dopo lo scagliò con forza verso i due Vendicatori, con l’intento di chiudere il match; Agent alzò lo scudo istintivamente ma Thunderstrike imitò il rivale lanciando contro Stormbreaker la sua mazza: l’impatto a mezz’aria tra le due armi incantante, infuse della magia di Odino, provocò una poderosa onda d’urto che investì tutti i presenti nell’arena e si propagò nell’aria per miglia a miglia, causando un boato assordante: pareti vennero incrinate, vetri vennero frantumati.

 

***

 

Calabrone sapeva che non erano formiche quelle che gli brulicavano addosso, ma nano particelle che ne avevano assunto la forma. Pensava che distrutto il simulacro di Ant Man con una scarica diretta al cuore di quelle cellule senzienti e meccaniche, l'antivirus si sarebbe arrestato, dandogli la possibilità di arrivare al labirinto di sinapsi che formava il nucleo di ISAAC. Non perse la calma. Si concentrò e poi esplose altre due scariche disperdendo gli insetti informatici. Ne schiacciò alcuni a terra e finalmente la via per la mente dell'intelligenza artificiale era sgombra. Percorse in volo un breve collegamento simile ad una vena metallica e poi irruppe in una stanza, l'hard disk della potente macchina che con i suoi dati e le sue capacità analitiche era stata per secoli il motore del pianeta Titano.

<Mio Dio!> non fu lo scienziato ad esclamare quelle due parole, non fu l'eroe a farlo ma l'uomo che si trovò di fronte ad una visione perversa e terribile. Un'immagine vibrante e olografica che gli gelò il sangue e gli fece capire che la battaglia per il controllo di ISAAC sarebbe stata più difficile del previsto.

 

***

 

Death's Head impartiva ordini secchi che gli Annichilitori eseguivano correndo verso il centro di controllo dove risiedeva ISAAC. Calabrone imprigionato nella macchina non poteva sapere che il computer aveva dato l'allarme. Non era l'unico però ignaro di qualcosa e Death's Head non si accorse che una parete si stava muovendo rivelando l'uscita di un antico passaggio segreto.

She Hulk sbucò all'esterno osservando la figura del robot che spariva oltre la porta del centro di controllo.

<Le guardie non stanno cercando noi, deve essere successo qualcosa nella sala di controllo.>

Nova cercò di sembrare meno preoccupato di quanto fosse.

<E' arrivato il momento per il secondo appuntamento tra me e quella sexy robot assassina. Cioè sarebbe sexy se non avesse un teschio di metallo al posto della faccia.>

She Hulk lo guardò in modo tale che il ragazzo si sentì di colpo minuscolo e si passò una mano sulla bocca come a dire “ho capito sto zitto”.

Elysius strinse i pugni ma la rabbia durò poco. Si erano spinti troppo oltre. I Vendicatori erano andati lì per aiutarli e alcuni di loro stavano combattendo nell'arena. Con lei e Hepzibah c'erano She Hulk Nova e Tigra. Aveva abbastanza forza per combattere i suoi nemici.

<Non torneremo indietro. Andremo fino in fondo.>

Hepzibah estrasse le sue pistole e fu la prima a lanciarsi verso la stanza. “Titano o morte!” riecheggiò nei pensieri di Elysius ma non uscì dalle sue labbra.

 

***

 

Gli occhi enormi e trasparenti che fissavano Pym non erano quelli di ISAAC. La forma dell'enorme testa, lo spettro digitale emanato dalla sua mente aveva i tratti di Thanos e lo sguardo era quello del genocida. Calabrone si chiese come avrebbe potuto liberarlo.

<Come posso fermarlo? Mi viene in mente un solo modo, il più drastico e potrebbe costare la vita digitale ad ISAAC. Non ho mai lobotomizzato un'intelligenza artificiale...> i suoi guanti si caricarono con l'energia elettrica dei pungiglioni. Doveva essere rapido e preciso, interrompere alla fonte l'emissione che permetteva a Thanos attraverso ISAAC di modificare i tracciati cerebrali, le onde mentali degli abitanti di Titano. Se ce l'avesse fatta in un colpo solo avrebbe tolto a quel pazzo maniaco il suo esercito. Thanos si sarebbe trovato con un pianeta contro e Mentore avrebbe ripreso il suo ruolo di comando.

<Ho sempre apprezzato lo stolto spirito di iniziativa di voi Vendicatori.>

<Ti abbiamo tramutato in una statua e possiamo rifarlo ancora. Tu hai paura di noi! Ogni volta che credi di avere il potere supremo che pensi di aver stretto il collo della realtà con uno dei tuoi dannati oggetti cosmici arriviamo noi a rovinarti la festa.>

<Vaneggi, uomo insetto. Ci siamo incontrati in una sola occasione ma è stata sufficiente a far rivedere i miei piani, a capire che con l'assurda e cieca violenza non si ottiene che un universo in macerie... e io voglio un mondo da dominare, razze da sottomettere e non pile di corpi senza vita>

<Sei cambiato Thanos. La tua pazzia ha qualcosa di diverso. Non importa, sei sempre un folle che va fermato e io lo farò ad ogni costo.>

Calabrone si accorse che gli occhi dell’ISAAC/Thanos stavano riempiendosi di luce. Era pronto a colpirlo. Calabrone a quel punto ridusse l'energia dei pungiglioni facendola diventare sottile come quella dei laser. Erano i suoi bisturi elettrici. Con quelle lame avrebbe reciso le sinapsi.

<Iniziamo l'operazione.>

Prima che potesse agire sentì la voce di ISAAC, non c'erano più le inflessioni metalliche e il tono sanguinario del pazzo Titano, dentro la sua testa.

<La ringrazio, dottor Pym. Ha distratto il programma di Thanos abbastanza per farmi riprendere coscienza. Non ho molto tempo, la sua presa e forte e sta per attivare le armi di offesa e protezione della mia mente artificiale. >

<Noi Vendicatori siamo qui per sconfiggerlo, ma ho bisogno che mi aiuti a liberare i miei amici. Devi indicarmi come rompere il suo controllo mentale ...>

ISAAC proseguì con il pensiero che si faceva strada tra quelli di Pym.

<Inserirò nella sua mente il punto esatto dove dovrà tagliare il collegamento; non si preoccupi per me; non m’importa cosa mi succederà, voglio che i Titaniani riprendano possesso di loro stessi, dei loro pensieri, voglio che Mentore abbia di nuovo la sua forza e la usi per mostrare a tutti chi è il vero nemico contro cui bisogna combattere.>

 

***

 

L'Annichilitore che stava di guardia sentì prima due mani che lo afferravano per le ali e poi udii il rumore terribile e lacerante che accompagnò il momento in cui She Hulk gliele strappò letteralmente dalla schiena. Nova a quel puntò schizzò in avanti con i pugni protesi. Il suo bersaglio era Death's Head. Il cyborg cristallizzò uno scudo d'energia intorno al suo corpo ma la forza del poliziotto spaziale era tale che questo si incrinò e nel distruggersi creò una sorta di rinculo che mandò contro la parete la terminator. Hepzibah sparava contro le parti degli Annichilitori che non erano protette dall'armatura, fece saltare un paio di articolazioni e con l'aiuto di Tigra che affondava selvaggiamente gli artigli nei mostri feriti, ebbe la meglio su un paio di loro, prima che dei compagni la circondassero. She Hulk corse in suo soccorso e quando un suo bracciò attraverso l'armatura e il corpo mutato di uno degli esseri si trovò con questo incastrato nel cadavere del mostro che continuava a schizzare liquido genetico dallo squarcio.

<Mi servirebbe una mano. Ho esagerato con la potenza e adesso ho questo scomodo compagno di ballo. >

She Hulk si ritrasse mentre l'Annichilitore veniva aperto in due da Elysius.

La gigantessa sorrise alla donna guerriero.

<Grazie, era proprio un tipo appiccicoso...>

 

***

Calabrone rimase fermo con le braccia incrociate sul petto. Aveva fatto quello che gli aveva sospirato nella mente ISAAC. Aveva fiducia nell'intelligenza artificiale e così non si mosse anche se il raggio era stato sparato dagli occhi di Thanos e se si fosse sbagliato, lo avrebbe disintegrato lì dentro l'hard disk della mente di Titano. Davanti a lui però il volto olografico iniziò a mutare, perse i tratti di Thanos assumendo quelli freddi e familiari della maschera di ferro di ISAAC. Il raggio si bloccò a pochi centimetri da Calabrone e si scompose seminando una polvere luccicante sopra le sinapsi che a Calabrone, ridotto ad insetto, sembravano autostrade.

< Riavvio del sistema. Sono tornato. Grazie Calabrone.>

<Bene. Ora devi aiutarmi a liberare i miei amici. Ho un’amica imprigionata nelle segrete e altri due costretti a combattere in un arena...>

<Non dica altro.  Ora che sono tornato perfettamente funzionante e posso interrompere il disturbo alle onde cerebrali che ha portato Mentore e gli altri abitanti del palazzo reale a ad obbedire ciecamente agli ordini di quel pazzo.>

<Ottimo. Ora devo andare...>

Calabrone salutò il cervello senziente e ripercorse a strada per uscire dall'enorme macchina.

 

Le prigioni.

 

Julia Carpenter alias Aracne stava rimuginando da quasi un’ora. Si sentiva come uno di quei personaggi dei fumetti che leggeva da piccola dove la ragazza era sempre messa da parte, al sicuro per paura che non potesse essere all'altezza o peggio un intralcio. Già due volte in poche ore era stata vittima di quel clichè maschilista e obsoleto.

<Quel Mentore.... insinuare che non sia in grado di battermi in un’arena solo perché sono una donna. Maledizione, ho dei superpoteri, sono in grado di combattere come qualunque maschio idiota! Ecco da chi ha preso Starfox ... ora mi spiego il perchè quei suoi atteggiamenti da playboy da strapazzo ... su questo pianeta avrebbero bisogno di una lezioncina sugli anni ’70 e i diritti delle donne...> scherzava e faceva dell’ironia per far trascorrere il tempo. Julia era una donna coraggiosa, ma passare troppo tempo in un condotto alieno di cui non vedeva ancora l'uscita, ad anni luce da casa sua, cominciava ad innervosirla... aveva paura di non rivedere la sua Rachel. Durante i combattimenti era in grado di allontanare pensieri come quello, perché totalmente concentrata nella lotta, ma costretta a muoversi in quel budello metallico senza luce se non quella che filtrava da sotto, dalle sale e dai corridoi del palazzo… E poi di colpo iniziò a sentire grida e urla e capì che non aveva seguito il condotto non verso l'uscita, come gli aveva detto Calabrone, ma verso l'arena e lo strepito dei gladiatori era ormai fortissimo tanto da farle capire che era troppo vicina per tirarsi indietro. Iniziò a correre e tutti i cattivi pensieri sparirono nel lampo che ci mise a creare delle armi di tela psichica.

 

***

 

Nova continuava a tenere contro il muro Death's Head bersagliandola con i suoi raggi.

La faccia del robot si schiuse con un sibilo e uscì un cannone. Il raggio di Nova che non le dava tregua lo fece saltare.

<Credimi, ti sto facendo solo un favore a rifarti i connotati.>

Anche se non c'era più una bocca la voce monocorde e fredda del robot arrivò a Nova come una fucilata.

<Sei solo un ragazzino che non sa di appartenere ad una razza infestante, quella dei Nova Corps…vi eleggete salvatori dello spazio ma il vostro scopo non è aiutare ma controllare. In questo non siete diversi dal mio padrone. Siete solo degli ipocriti!>

<Non lascerò che un robot assassino mi dia delle lezioni. Quello che hai detto NON E' VERO.>

Nova non si accorse nemmeno che aveva smesso di sparare, che si era spostato con una velocità fulminea contro il nemico. Era come se non fosse presente in quel momento quando con i suoi pugni energizzati iniziò a colpire il cyborg. Capì quello che stava facendo solo quando She Hulk bloccò il suo braccio. Non servi il computer nel suo casco per calcolare i danni che aveva prodotto all'esoscheletro e ai circuiti interni di Death' Head.

<E' finita Nova. I nemici sono stati sconfitti.>

Nova tremava e She Hulk lo abbracciò.

<Se scopro che è tutto un trucco per estorcermi questo gesto d'affetto...> non continuò, lasciò che Nova rimanesse lì stretto a lei ancora per un po'. La consapevolezza della furia che aveva armato i suoi colpi lo spaventava. Non gli era mai successo di cedere in quel modo. Temeva che si fosse rotto qualcosa dentro di lui.

<Laggiù! Qualcosa sta materializzandosi vicino al computer> gridò Hepzibah puntando le pistole.

Tigra aveva riconosciuto il suo capo dall'odore e ancor prima che Calabrone riprendesse le dimensioni di un essere umano strappò la pistola dalla compagna felina.

<Ferma! E' uno dei nostri! E’ Calabrone, Il capo dei Vendicatori della Costa Ovest.>

Calabrone ebbe il tempo di dare un veloce riassunto e, proprio come accadde con la sua compagna poco prima, anche il resto della squadra ebbe un sussulto quando sentirono chi c’era dietro. Il nome di Thanos provocava il terrore nel cuore di tutti coloro che lo udivano.

Elysius non riusciva ancora a credere che dietro a tutto quell'orrore, agli eventi tragici vissuti negli ultimi mesi ci fosse Thanos. Pensava che non lo avrebbero più rivisto. Apparendo dal nulla l’ologramma di ISAAC disse:

<Non si tratta di Thanos, e ve lo dimostrerò. L'inganno del nostro nemico sta per finire e con esso il suo regno del terrore, in questo preciso momento anche le persone nell'arena, anche i valenti gladiatori, i cui cervelli erano imbrigliati come molti altri, compreso quello del padre di Titano Mentore, sono state liberati. Recatevi a palazzo; lì vi attendono tutte le risposte che volete.>

 

L’Arena.

 

Nell'arena tutti rimasero storditi e assordati dal colpo. Gli spettatori pensavano che si trattasse solo dell'impatto devastante del martello ma in realtà in quel preciso istante ISAAC aveva interrotto l'onda di controllo che dominava le loro menti. Dopo qualche istante, Beta Ray Bill si alzò da terra, dolorante e confuso. Riaprì gli occhi lentamente e altrettanto piano si sollevò da terra. Era come se vedesse con chiarezza per la prima volta da molto tempo. Non riusciva ancora a ricordare. Sembrava essersi svegliato da un lungo sonno. Si sorprese di vedere una figura familiare, un compagno di martello davanti a lui.

<E....ric? S-Sei tu?> disse, riconoscendo il suo vecchio alleato.

<Si... si Bill, sono io. Sei tornato in te, finalmente!>

<Dove sono... cos’è successo?>

<E’ una cosa troppo lunga da spiegare> commentò USAgent, aiutando Deathcry a rialzarsi <vi basti sapere che siete stati influenzati da una forza esterna e costretti a battervi come gladiatori.>

<C-Cap? Sei tu?> chiese la Shi’Ar, ancora stordita.

<No bella. Sono USAgent.>

<Chi ... o cosa.. ci ha fatto questo?> chiese ancora Bill.

<Quel bel tomo!> disse Eric indicando Mentore.

Bill afferrò il suo martello.

<Tu ... vile! Non la passerai liscia....> si avvicinò minaccioso al signore di Titano, ancora visibilmente scosso, ma quando questi gli fu a tiro, una rete psionica avvolse il Korbinita, impedendogli di proseguire.

<Calmati Bill. Non è lui il nemico.> disse Aracne balzando agevolmente nell’arena.

<Julia! Stai bene!> esclamò USAgent con un tono insolitamente emotivo.

<Ehi, come sarebbe “non è lui il nemico?> domandò Thunderstrike <E’ stato lui a ordinare di mandarci qui!>

<E’ così Eric. Hank ha scoperto chi c’è dietro a tutto questo…>

<THANOS?> esclamò stupita Deathcry < Il suo nome è il solo che fa tremare la stessa Majestrix dell'impero Shi’Ar>

<Capisco che intendi dire... io stessa non potevo crederci ma è così che stanno le cose…>

<La v-vostra compagna dice il vero> disse Mentore, alzandosi in piedi <Ha manomesso ISAAC e ci ha preso il controllo delle nostre menti. Ora però ... mi sento libero…>

<E’ merito di Calabrone> riprese Aracne <è stato lui a ... formattare ISAAC.>

<Bene, un dieci e lode al nostro leader. >disse USAgent <Ora tocca a noi rimboccarci le maniche... cosa stiamo aspettando? VENDICATORI UNITI!>

 

Al palazzo reale.

 

<C'è qualcosa che non va in questa convocazione d'urgenza e so che hai la mia stessa sensazione. Condividiamo il mio corpo da un bel po' di tempo e potrei dire che in un certo senso siamo diventati intimi>

Starfox si era abituato a quella possessione. Non era stato facile e all'inizio si sentiva invaso ed esposto come se la sua pelle fosse di colpo diventata trasparente. Sapeva che ogni suo pensiero, ogni sua emozione era percepita da chi stava ospitando.

Aria però gli aveva parlato di lei, della missione, di quel piano folle per impedire che gli esperimenti di Thanos generassero una nuova razza di alieni con i suoi stessi poteri. Aveva perduto la sua gente, era l'ultima sopravvissuta ma non voleva che il suo mondo rinascesse schiavo del titano ossessionato dal genocidio e della morte.

<Lasciami condurre le danze, se tutto andrà come previsto ed Elysius, aiutata dai Vendicatori, farà la sua mossa, potrai finalmente liberarti di me. Lo so che il nostro rapporto non è stato facile. Ne per te ne per me, ma questo è l'ultimo ballo...>

<Non sappiamo ancora se sarà quello della libertà o della morte>

Starfox/Aria per quanto ci provasse non poteva respingere la nausea e il fastidio, si sentiva le budella strizzate, che avvertiva nel vedere gli Annichilitori, i parademoni di Thanos, creature ibride tra abitanti di Titano e geni di razze aliene distruttrici come quella che serviva il terribile Annihilus. Erano fuori dalla porta del laboratorio oscuro e lì li attendeva il loro signore.

Quando entrarono trovarono Thanos vicino a dei cilindri dove si stavano formando dei fumi dalla vaga forma umanoide. Il malvagio non perse tempo e la porta metallica si chiuse alle spalle di Starfox/Aria. Non fece rumore ma per loro fu come se avessero sentito il loro intero mondo crollargli addosso.

<Non posso nascondere la mia delusione per l'avventata scelta di parole che hai usato nel ricevere i Vendicatori...> esclamò Thanos.

Aria cercò di giustificarsi.

<Non ricordavo quanti figli avesse l'umana chiamata Aracne. Non l'ho fatto certo di proposito, troppi dati da tenere a mente e da estorcere dai pensieri di Starfox. Non voglio cercare giustificazioni e se il signore vorrà punirmi accetterò il castigo>

Thanos avvicinò Starfox e senza preavviso lo afferrò per il collo sollevandolo da terra come fosse un bambolotto, poi portò l'altra mano all'altezza della bocca e sul palmo del guanto si aprì un cerchio. Starfox gridò, mentre Aria stava per essere risucchiata dal suo corpo. Lo spettro femminile iniziò ad uscire dalle labbra ora spalancate dall'urlo del fratello di Thanos.

<E' arrivato il momento per te, Aria, di servire davvero la causa. Userò la tua stessa matrice per estrarre l'ultima codifica e stabilizzare le tue sorelle. Inutile dire che il procedimento porterà alla tua morte.>

Thanos stringendo la donna spettro la trascinò verso un macchinario complesso simile ad un computer da film anni 50 che brillava di luci sinistre e al centro aveva una sorta di tavolo operatorio coperto da un cilindro di un materiale da cui Aria non sarebbe potuta sfuggire all'operazione di estrazione genetica, nemmeno ricorrendo alle sue capacità ectoplasmatiche.

<Prima di condannarti ad una morte lenta voglio che tu assista a quella di Starfox. Mi hai ingannato fin dall'inizio offrendoti spontaneamente per possedere il figlio di Titano sapendo che era la posizione migliore per spiare le mosse del mio schiavo Mentore e comunicarle alla resistenza. E' un peccato che abbia appena mandato Death's Head ad occuparsi del loro attacco ad ISAAC. Una mossa avventata e stupida e nemmeno l'aiuto dei Vendicatori potrà evitare loro la fine che meritano!>

I pugni immateriali di Aria iniziarono a colpire la copertura del tavolo operatorio ma non poterono nulla e a contatto con la protezione avvertì la sua stessa essenza che iniziava a disgregarsi. Vide Thanos sollevare Starfox ancora debole dopo l'estrazione dal suo corpo di Aria.

<Ecco qual è la sorte di chi osa opporsi a Thanos l'unico vero signore di Titano, il veneratore della Morte!>

Il respiro di Starfox iniziò ad assottigliarsi, mentre la presa intorno al collo diventava d'acciaio. Thanos si arrestò quando sentì oltre la porta spessa del laboratorio che qualcuno stava arrivando. L'attimo successivo questa saltò e dietro, nel punto in cui era stata scardinata comparvero Thunderstrike e Beta Ray Bill con i martelli crepitanti dell'energia che era servita a farla esplodere come un tappo di Champagne.

<Lascia stare mio figlio!> Gridò Mentore facendosi strada tra i due tonanti. Dietro di lui Calabrone Elysius e il resto della squadra, finalmente riunita.

<La mia conoscenza è suprema> disse Thanos facendosi scudo con l'inerte Starfox < ma anche a me sfugge il perché tu, padre, abbia preferito questa nullità ad un figlio come me che avrebbe portato in ogni angolo della galassia il nome di Titano!>

Alcuni rimasero sorpresi da quel comportamento del Titano pazzo. Calabrone aveva già avuto l'impressione che qualcosa non tornasse.

<Arrenditi Thanos. Il tuo piano è stato sventato. Non hai più un esercito che ti segue. Le creature che hai forgiato manipolando la tua stessa razza, contaminandola con le più blasfeme genie aliene sono state sconfitte!> Incalzò Elysius avvicinandosi a Mentore.

<Ne sei sicura?> dicendo quella frase, con un ghigno diabolico sul volto, Thanos liberò altri creature ibride dai tubi criogenici, che si avventarono sui Vendicatori.

<Uh oh, ora si balla...> esclamò Nova.

<Già ma non mi piace la musica ...> gli fece coro Thunderstrike.

<Coraggio, non tiriamoci indietro!> gridò USAgent.

<Parole da vero guerriero. Sono al tuo fianco.> gli disse Beta Ray Bill.

Deathcry, She Hulk e le altre ragazze non furono da meno, ma nessuna di loro fece una battuta o disse nulla di “epico”.

<Gli uomini. Sempre a mascherare la loro inadeguatezza con l’aggressività...> disse She Hulk

<Sono così pure sulla terra?> le andò dietro Hepzibah.

E mentre infuriava la battaglia tra i Vendicatori e quei mostri alieni geneticamente modificati, nessuno di accorse dell’arrivo di Deathbird. Neppure Tigra, presa dalla lotta.

La guerriera Shi’Ar s’era appollaiata in alto, in un punto ben nascosto.  Voleva vedere l’esito della battaglia, per decidere da che parte schierarsi? O forse, ora che finalmente aveva anch’essa la mente libera, c’era qualche oscuro motivo personale?

<Cosa vuoi ancora Thanos?> gridò Mentore <Non hai già arrecato abbastanza dolore alla tua stessa gente? Hai usato me, tuo padre, come un burattino. Mi hai fatto fare cose che ricorderò per sempre con orrore! E cosa hai fatto a tuo fratello?>

<La verità padre è che io sono l'unico legittimo erede del tuo trono, l'unico che può occuparlo, l'unico che sa governare questo pianeta e quando avrà completato la formula per replicare Aria... non sarà il solo a finire nelle mie mani>

Tutt’a un tratto, delle scariche energetiche crepitarono nell’aria, colpendo gli Annichilitori ma lasciando illesi i Vendicatori.

<Ehi... cos’è stato?> domandò Deathcry.

<Uno dei tuoi trucchetti da Nova Corps?> domandò Tigra a Richard Rider.

<Non guardate me...>

In risposta ai loro quesiti, la voce di ISAAC tuonò nella stanza e poi un suo ologramma comparve davanti a Thanos.

<Il sentimento della vendetta, l'emozione che scaturisce dal desiderio di far pagare un torto non è contemplato nei miei parametri. Sono una macchina fredda e calcolatrice. Il mio compito è analizzare, trovare soluzioni, conservare la storia di Titano e fare in modo che abbia un fulgido futuro.>

Tutti tacquero.

<Ti atteggi come tale, hai il suo aspetto, ma le somiglianze con Thanos, il vero figlio crudele di Mentore, finiscono qui.> 

All'improvviso il volto di ISAAC divenne uno schermo e comparvero delle immagini. C'era il vero Thanos e stava davanti a dei sarcofaghi trasparenti. Tutti nel laboratorio sentirono le sue parole mentre schiudeva uno di questi.

<<Voi siete il mio piano d'emergenza. Ognuno di voi è una copia genetica ricavata dal mio DNA. In ognuno di voi ho impiantato parte dei miei ricordi. Siete programmati per rammentare fino alla mia prima sconfitta per mano degli odiati Vendicatori quando fui tramutato in una statua da quei terrestri e da Capitan Marvel. Oltre a questo tutti voi avete dei piani, dei progetti. Se dovessi essere sconfitto ancora e questa volta non fare più ritorno, ognuno di voi si attiverà in un preciso momento e avrà lo scopo di perseguire i piani di conquista che la mia dipartita mi ha impedito di completare io stesso.>>

 A quel punto la lastra si sollevò e davanti a tutti, dentro lo schermo comparve il primo dei cloni di Thanos.

ISAAC interruppe le immagini.

<Tutto quello che hai creduto di fare perché tu lo volevi, il tuo desiderio di conquista, il tuo odio... non appartengono a te ma al vero folle Titano che ha voluto che tu, uno dei suoi cloni, ragionassi in questo modo.>

A sorpresa Deathbird apparve con al suo fianco Starfox, debole ma illeso.

<Tu .... mi hai ingannata...> disse furiosa.

<Non... ha ingannato solo te... > le rispose Eros <Ha ingannato perfino... se stesso. Lui lo sapeva... lo ha sempre ... sospettato, in fondo al suo cuore.>

<NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!>

Il clone di Thanos si girò e iniziò a colpire tutte le superfici che riflettevano l'immagine, quella del volto che non riconosceva più come suo.

Mentore provò pietà per quell'essere ma Deathbird invece sentì solo un irrefrenabile odio. Era stata ingannata anche lei e non poteva sopportarlo: aprì le sue ali fatte di lame taglienti e ne

affondò una delle stomaco del clone, aprendolo dal basso fino ad arrivare al collo. La sua reazione fu troppo veloce e totalmente inaspettata affinché qualcuno glielo impedisse. Poi la Shi'Ar allungò le braccia nell'atto di voler essere ammanettata.

<Mi arrendo. E' giusto che paghi con la morte o con qualunque castigo Mentore voglia punirmi la mia stupidità, quella che mi ha spinto a seguire il piano di una cosa che non era altro che un grumo di cellule decadenti, una piccola parte malata del vero Thanos>

Deathcry avanzò verso di lei.

<Sono sicura che Mentore mi lascerà riportarti a casa e davanti alla Majestrix subirai il processo che meriti.> le disse a muso duro.

ISAAC si occupò di liberare Aria dalla macchina per l'estrazione. Hepzibah ed Elysius la soccorsero.

She Hulk andò incontro a Starfox.

<Sono felice di rivederti, rosso.>

<Anch’io sono contento di rivederti, Jen...>

E mentre i Vendicatori si sinceravano delle condizioni del loro compagno, Mentore si avvicinò al corpo del clone.

<Padre...> il sussurrò della voce insanguinata portò alle sue orecchie questa parola. Fu un attimo. Mentore si inchinò per accompagnare verso la morte quell'infelice creatura quando si sentirono le sue ultime parole con un tono tornato per un istante quello di un guerriero.

<IO …SONO.... THANOS!!!>

A queste seguì il movimento rapido del braccio del clone afferrò il collo del padre.

Mentore venne attraversato da una strana energia azzurra che ne attraversò il corpo, facendolo urlare dal dolore.

Con un colpo del suo martello Beta Ray Bill riuscì a staccarlo dal clone, prima che l’energia lo incenerisse. Il corpo del clone si polverizzò, mentre Bill raccoglieva da terra il corpo senza segni di vita di Mentore.

 Calò un silenzio di ghiaccio che bloccò tutti prima che l'urlo di Starfox lo spezzasse nel modo più brutale possibile.

<PADREEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!>

 

EPILOGO

 

<I parametri vitali di Mentore sono stabili. E’ in uno stato comatoso di natura ignota. Solo il tempo saprà dire quando e se si riprenderà.> la voce robotica di ISAAC non trasmetteva alcuna emozione. Starfox si sentì straziato dalla notizia.

<Come il sonno di Odino> osservò Beta Ray Bill. <Sono certo che si riprenderà. Ma come suo erede ora tocca a te l’onere del trono. Sono certo che ne sarai degno. Ho commesso molti peccati durante la mia permanenza qui, per questo motivo rimarrò al tuo fianco.>

<Come tutti noi.> le fece coro Elysius, con Aria e Hepzibah che annuirono all’unisono, sentendo queste parole.

<Grazie... grazie a tutti per il vostro sostegno. E in particolare, grazie a voi Vendicatori: ero certo di poter contare sul vostro aiuto. Non ho fatto molto per meritarmi questa amicizia, ma credetemi se vi dico che mi siete cari come una famiglia.>

<Non dirlo neanche, ‘Fox. Lo sai anche tu: una volta Vendicatore, per sempre Vendicatore.> gli rispose Pym, stringendogli la mano.

<Non potrò ricambiare il favore per molto tempo, non finché mio padre... non si riprenderà. Ma mi permetto di fare il nome di questo ragazzo affinché mi sostituisca.> disse indicando Nova.

<Eh? Io... un Vendicatore?>

<Si. Il tuo contributo è stato fondamentale.> gli disse ancora Eros.

<Uh Wonder Man mi fece un’offerta simile, tempo fa [2] ma poi non abbiamo più approfondito la cosa...>

<Beh allora... anche se non è ancora ufficiale... benvenuto a bordo.> gli disse USAgent, mettendogli una mano sulla spalla.

<Hai fatto centro, ragazzo.> gli sorrise Tigra.

La gigantessa non lasciò il tempo a Rider di replicare e si avvicinò a Starfox. Non pensava che l'avrebbe mai visto senza il sorriso e la luce negli occhi. Jen lo comprendeva più di ogni altro.  Anche lei aveva appena perso suo padre. Mentore non era morto ma nessuno poteva sapere con certezza quanto sarebbe durato il suo sonno. Briciole di tempo per qualcuno che non poteva morire, ma a Starfox già pesava quel poco che era passato dal momento in cui ISAAC aveva sottoposto il suo corpo all'incubazione temporale.

<Ho pensato che su quel trono avrei sempre visto seduto mio padre. Ho imparato che non c'è nulla di eterno . Io e lui non andavamo d'accordo su molte cose ma adesso che è in coma farò di tutto perchè al suo risveglio, quando ci sarà, sia fiero di quello che ho fatto>

<Hai già abbandonato i discorsi da playboy spaziale. E' un buon inizio> disse scherzosamente She Hulk.

<La corona è pesante, lo so, ma non la porterò da solo> si staccò da Jen e raggiunse il centro della stanza. Chiese la parola. Il vociare dei vari gruppi si affievolì fino a ridursi ad una voce sola quella di Starfox.

<In questi mesi ho conosciuto una persona che con il tempo ho capito quanto è stata importante per me. Si è creato un legame speciale tra noi, qualcosa che non avevo mai provato con nessun'altra donna. Ed è per questo che vorrei che lei rimanesse al mio fianco>

Elysius e Hepzibah avevano capito a chi si riferisse ancor prima che la diretta interessata lo facesse. Alla fine Aria vedendo che Starfox si muoveva verso di lei non potè far altro che corrergli incontro ed abbracciarlo.

<Non so cosa mi hai chiesto, ma è si.>

L'emozione fu tanta che il suo corpo perse consistenza e le braccia diafane attraversarono quello di Starfox.

<Questo rappresenterà un bel problemino quando ci sarà da passare dal trono al letto> osservò Nova sottovoce, ma non era stato abbastanza silenzioso e lo capì quando Aracne lo affiancò con in mano un simpatico cappio di tela psichica.

<Non rovinare questo momento. Adesso sei un Vendicatore e starai nella nostra base e io ho una figlia e non voglio più problemi di quanti già non me ne dia.>

<Lo stesso vale per me> aggiunse Thunderstrike con un tono scherzosamente severo <Il mio è un maschio in piena tempesta ormonale e non serve che ti ci metta anche tu a stimolarlo con le tue fantasie!>

La replica a Nova fu sommersa dalle risate; in fondo riuscirono per qualche momento a stemperare la tensione e a strappare un sorriso ad Eros. She Hulk sorrise di rimando alla coppia e Aria questa volta non trovò solo l'abbraccio ma anche un bacio, per nulla fantasma, da parte del suo amante.

 Finito il momento ISAAC fece sentire il suo timbro metallico.

<Mi duole interrompere i giusti festeggiamenti reggente temporaneo Starfox ma Deathcry è in procinto di lasciare il pianeta con la sua prigioniera Deathbird>

Le porte della sala si aprirono ed entrarono le due Shi’Ar.  Deathbird in manette lanciò a tutti uno sguardo cattivo. Deathcry salutò Starfox.

<La Majestrix sarà contenta di sapere che il vuoto lasciato da Mentore è stato occupato da una persona più che degna di continuarne l'operato. I nostri pianeti sono stati sempre alleati e così le nostre razze. Da parte mia prometto che Deathbird sarà processata come merita>

Starfox tacque e Deathcry si rivolse ai Vendicatori.

<C'è una ragione per cui non ricorderò questi giorni come i più tristi della mia vita ed è quella di aver rivisto i miei compagni Vendicatori. Tra le loro fila ci sono volti nuovi, ma c'è qualcosa che in questo gruppo va oltre i nomi e i membri che lo compongono. E' quel qualcosa che fa gridare anche a me “Una volta Vendicatore sempre Vendicatore”>

Il grido riecheggiò nuovamente, i tonanti sollevarono i martelli infine Deathcry lasciò la stanza con la sua prigioniera.

<Ok truppa, a bordo> disse USAgent col suo solito tono autoritario <Si torna a casa; rotta per i cari e vecchi Stati Uniti!>

<E’ sempre così?> chiese Nova.

<Si ma dopo un po’ ci si abitua> gli rispose Greer.

Hank Pym andò ai comandi e Starfox dalla grande finestra della sala osservò il Quinjet che si alzava in volo. La sua mano era stretta a quella di Aria. Anche lei guardò in direzione dell'aereo spaziale dei Vendicatori e con l'uomo della sua vita lo osservò fino a quando la “A” luccicante non scomparve oltre la barriera delle nuvole.

 

 

 

 

Le Note

 

E così si conclude l’avventura spaziale dei VCO. Per un vecchio amico che parte ne arriva uno nuovo; salutiamo Starfox – che ci ha tenuto compagni su questa serie per ben 25 numeri – e diamo il benvenuto ufficialmente a Nova, una nuova new entry dopo l’ingresso di Thunderstrike. I Vendicatori fanno ritorno a casa, ma per loro le sorprese non sono finite... ma seguiteci nel prossimo numero e lo leggerete da voi J

 

1= Nell’ormai celebre guerra Kree/Skrll

2= Nel n. 26 di Vendicatori MIT per mano di Fabio Volino.

 

Carmelo & Igor